Hyper Circuit
[Chris Butler/Alligata, 1983 - Commodore 64]


Chris Butler è un nome passato alla storia, ma la sua carriera non è stata come quella di Manfred o Cyberdyne Systems,gloriosa fin dall'esordio. No, la parola che meglio la esprime è "esponenziale". Dopo una gavetta con 3 giochi sconosciuti ed introvabili, primo tra tutti Hyper Circuit del 1983, in cui il suo nome è messo bene in mostra nel pannello di controllo. Seguiranno un altro sparatutto e una battaglia navale impostata come quelle giocate con carta & matita...
Da lì in poi abbandona i giochi originali per passare alle conversioni e al mito. Dopo 720°,un discutibile Ghosts'n Goblins, arriva l'ottimo (ma troncato al terzo livello) Commando. Entra qui nella piena maturità con le conversioni "impossibili": Power Drift e Thunder Blade, lasciandoci poi con un ultimo grande capolavoro: Turbo Charge, concepito per le cartucce e penalizzato sulla versione floppy da caricamenti stile Neo Geo CD (vedi alla voce Top Hunter...) e Arnie,alla Commando/Mercs, nonché il suo ultimo gioco.
Qui parlo del suo lavoro più vecchio rintracciabile in rete: Hyper Circuit. In pratica uno sparafuggi labirintico ambientato sulla scheda del Commodore 64! Obiettivo distruggere i chip cattivi.

Presentazione: 80%

Caricamento velocissimo, bella l'idea di avere le istruzioni anche dal gioco. Carina la copertina.

Grafica: 80%

Oggi inguardabile, ma nell'83 era superlativa! Lo scrolling a otto direzioni è fluido, le animazioni prive di incertezze.

Sonoro: 50%

Musichetta poco ispirata ripetuta all'infinito. Carini gli effetti.

Giocabilità: 70%

E' uno sparafuggi labirintico perché la nostra libertà di movimento è limitata al percorso che unisce i vari circuiti, così come lo sparo... Ovviamente questo non vale per i nemici. La navetta poi si sposta molto velocemente, ma non lo è altrettanto nel cambiare direzione.

Longevità: 60%

Può divertire per un dieci partite, ma poi è difficile.

Globale: 68%

Discreto, ma il peso degli anni si fa sentire. L'idea di seguire i circuiti limita troppo i movimenti.

- Fleym

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