[Core Design/Eidos Interactive, 1996 - Sony PlayStation]
Tomb Raider. Quante volte avete sentito parlare di questo gioco-film-ammenicolo-quello lì con Lara Croft? Credo un milione di volte almeno. E quante volte ne avete sentito parlare dal semplice punto di vista videoludico? Praticamente mai.
La copertina di Tomb Raider ci sbatte subito in faccia le votazioni dei migliori magazine internazionali, un'iniziativa che non ho mai apprezzato troppo ma che lascia ben presagire il valore del titolo. E mentre le due grandi qualità si Lara Croft capeggiano in copertina, inserito il cd nella Playstation scopriremo l'antefatto della nostra avventura grazie ad una sequenza in computer grafica di ottima fattura (nel 1996, chiaramente), in cui Lara viene contattata da una non meglio specificata figona bionda che le chiede di investigare su un antico arfefatto che, pare, possa donare l'immortalità. E allora via verso l'America Centro - Meridionale! Nel 1996 erano due i giochi che spadroneggiavano in fatto di grafica: uno si chiama Super Mario 64, ed è tuttora un esempio di eccezionale gestione del 3d, l'altro è appunto Tomb Raider. Mentre il primo sfruttava immediatamente la potenza poligonale del N64 proponendo scenari di fantasia, modellati ed arrotondati alla perfezione, in Tomb Raider ci troveremo davanti ad un mondo reale. Se a destra c'è un masso, ci posso salire sopra. Se vedo una parete, posso scalarla. Se sono davanti ad una piscina, mi ci tuffo e nuoto di gusto. Una simile libertà di azione non si era mai vista prima di allora. Lara si muoverà, grazie ad un modello poligonale spartano ma convincente, in schemi enormi, ognuno dotato di un'atmosfera inimitabile. Così se gli schemi The Caves e The City of Villacamba ci serviranno più che altro ad introdurci nell'avventura da vero (vera?) razziatore di tombe, The Lost Valley ci sparerà immediatamente al cuore con ambientazioni preistoriche, non solo per la vegetazione circostante... Ma viaggeremo anche in antiche tombe romane come il Colosseo, maestoso e ben rappresentato, incontreremo trappole ideate dagli dei (indimenticabile il Martello di Thor, e ancor di più la Mano di Mida), passando magari in fogne dall'architettura incomprensibile eppure così coerente. In Tomb Raider quello che conta è avere a che fare con ambienti sempre diversi nonostante schemi enormi, fino all'esasperazione finale che ci porrà di fronte a demoni volanti, sfingi o addirittura Atlantide. Potete anche visitare la casa di Lara e fare allenamento, cosa volete di più? Nulla di tutto ciò era lontanamente concepibile prima. La Core sembrava aver trovato un nuovo elisir per i videogiochi, l'esplorazione TOTALE! Piccolissimi difetti nei confronti della maestosità del gioco sono il bad clipping che si vede un po' ovunque (dopo 5 minuti non ci farete più caso) e il fatto che il tutto sembra muoversi al rallentatore (su Saturn il gioco è più spedito), ma questa sembra essere una scelta precisa dei programmatori. Lara è sola in mezzo a tombe e cunicoli forse mai esplorati prima, accompagnato solo dal rumore dei suoi passi e da quello delle sue pistole. Eppure le poche, pochissime volte che partiranno le musiche di sottofondo vi verranno i brividi. Circondati solo da voi stessi e da rovine millenarie, sentire un pezzo di musica classica è un'emozione da provare. Peccato che, come dicevo, accade davvero di rado. Tutt'altro discorso per la voce di Lara, chiaro esempio di marketing che funziona. Ad ogni item raccolto, la sentiremo escalmare "Ah - ha!" in maniera quanto meno arrapante. E bravi quelli della Core... scherzi a parte (ma quali scherzi!), la scelta di doppiare la protagonista del gioco si rivela azzeccatissima, dotando di ancora maggiore personalità il personaggio principale. Altro aspetto molto controverso di Tomb Raider. In un mondo videoludico in cui due tasti bastavano a fare tutto, il joypad della Playstation dotato di 10 bottoncini sarà usato nella sua completezza, e in certi casi ci sembrerà addirittura limitato! Il punto è che per l'avventura completa c'è bisogno di un controllo completo, quindi un tasto per il passo, un tasto per tirare fuori le pistole, un tasto per saltare etc etc... Tutto questo è frustrante (molto) per la prima settimana, soprattutto se mentre combattete con un orso sul limite di un precipizio farete un volo di 70 metri solo perchè avete sbagliato a schiacciare. Date tempo al tempo, dopo qualche giorno sarete un tutt'uno con i controlli e vi chiederete come avrete fatto a vivere fino ad allora senza una tale completezza. Oltre all'ostico sistema di gestione del personaggio, Tomb Raider è essenzialmente quello che vuole far intendere, ovvero un Adventure. Passeremo il nostro tempo a esplorare, arrampicarci e a fare qualche scontro a fuoco contro gli animali che incontreremo. Se perderemo energia, potremo recuperarla con i medikit che troveremo sparsi per i livelli. Sembra facile? Neanche un po'. Il tutto è quanto di meno lineare possiate immaginare. Entrati in una stanza probabilmente non saprete nemmeno cosa dovrete fare, ma dovete procedere. Allora inizierete ad esplorare, e scoprirete che azionando quella leva si apre quella porta, che con quella chiave posso aprire quella serratura che ho visto prima. E se riesco a saltare così lungo forse riesco ad appendermi lì sopra e... azz! Ho trovato un fucile! Figata! Adesso vado dall'orso e gli apro la testa, però prima voglio passare a prendere quel medikit che ho visto lassù, non si sa mai... Esplorazione totale come dicevo. Il tutto può risultare un po' frustrante in certi casi dato che i salvataggi non sono infiniti, ma prefissati in punti ben chiari, per fortuna distribuiti con una certa intelligenza. La vostra avventura sarà questa, entrare in un mondo in cui non sapete come, e se, potrete uscire, e trovare la soluzione di tutti gli enigmi creati da programmatori. Alcuni non hanno apprezzato molto questo metodo complicato, io, al contrario, l'ho adorato. Quanto è lungo questo gioco! 15 schemi, di cui i primi da finire in una decina di minuti, gli ultimi due necessiteranno di svariate ore! Eppure la difficoltà è calibrata bene, non tanto per gli scontri con i nemici (escludendo il mostro finale, sono solo un diversivo all'esplorazione), quanto per la mancanza di frustrazione che porterà alla vostra morte, e succederà spessisimo! Ogni volta vi accorgerete che non è il gioco bastardo o i programmatori che hanno buttato in mezzo qualche bug a caso, ma che siete voi ad aver sbagliato. E ricomincerete all'ultimo salvataggio, fieri della vostra esperienza che non vi farà più morire al prossimo tentativo. Una ventina di ore e vi troverete di fronte all'ultimo mostro (anche lui facente parte della schiera ODDIOCOS'E'?!) e all'orrido finale. Non avrete la minima voglia di ricominciare a giocarci, ma avrete vissuto un'avventura stupenda. Come dicevo all'inizio, Tomb Raider è controverso. Nonostante tutti ammettano l'importanza di tale videogioco nell'ambito dell'home entertainment, in molti si lasciano trasportare da quello che è succeso oltre alla nostra avventura in se. Lara Croft ha cominciato a comparire sui giornali, sulle riviste meno sospettate e anche al Tg5. Se i videogiochi oggi sono come sono, ovvero un po' stereotipati e considerati dalla massa senza la benchè minima capacità di giudizio, al 90% è colpa di Lara Croft e Tomb Raider. Da qui si possono fare discorsi sulla massificazione del nostro passatempo preferito e sul fatto che il tutto sia stato rovinato da questa donzella tettona, eppure io voglio analizzare solo ed esclusivamente il GIOCO. E se il capo non mi modifica il voto (che era 94%, ma la linea editoriale prevede la media matematica delle voci precedenti -ndVaz), questo è quello che merita Tomb Raider, una votazione da capolavoro assoluto per uno dei videogame più importanti della storia. - Cid Highwind © 2005 GamEnd Team. |