[Rainbow Arts, 1991 - Commodore 64]
Aveva 23 Michelangiolo Bonarroti, quando iniziò a scolpire la sua opera più importante, ne aveva 25 quando la finì, ed essa era il suo passaporto per l'immortalità nell'Olimpo dell'Arte.
Turrican 2 The Final Fight non è un semplice videogioco. Aiutato dall'amico Andres Escher, sia a livello di concept che grafico, realizzò un qualcosa che al confronto ci fa sentire incapaci e degni solo di prostrarci. Preso un misero computer a 8bit, ne estrasse ogni più piccola potenzialità arrivando dove nessuno,neanche su hardware più potenti aveva finora potuto osare. Un'estica che ammalia, dove un pixel in meno lo renderebbe povero mentre un pixel in più lo renderebbe pacchiano. Un sonoro aggressivo e potente ma allo stesso tempo romantico. Un sistema di comandi perfetto, che migliorava il precedente. Un arsenale migliorato ed ampliato con una spettacolare smart-bomb che attiva tutte le armi contemporaneamente. Mappe ancora più grandi, quasi da non crederci. Una sezione sparatutto, chiaro omaggio a Katakis che ancora oggi non ha confronti, divisa in tre parti diverse per concept. Boss di dimensioni tuttora insuperate, arrivando a coprire tre volte l'altezza dello schermo!
Caricamenti veloci, introduzione molto lunga narrata per immagini, crediti con effetto riflesso/ondulatorio. Questo è ciò che realmente può fare il Commodore 64, la sezione sparatutto sembra ancora oggi un qualcosa oltra i limiti del reale. Manfred scelse personalmente Markus Siebold. Ottime musiche, specie quella finale. Definitiva. Il livello di difficoltà è basso, ma non si gioca per finirlo, ma per apprezzarlo in ogni pixel. Manfred ci abbandona al nostro destino con un'opera d'arte incredibile. Peccato sia troppo facile. - Fleym © 2004 GamEnd Team. |