The Last Day
[Dooyong, 1990]


"I think that's when most of the programming is done, 'The last day'." (Matt "BBH" Hall)

Chi dice Dooyong dice danno...
Fino a qualche anno fa la Corea (del Sud) nel campo videoludico era sinonimo di bassissima qualità. Le sue software house producevano cataste di orrori digitali, trattandosi spesso di semplici e malfatti cloni di grandi successi nipponici. Nella prima metà degli anni '90 si è distinta per demerito, scarsa originalità dei concept e realizzazione tecnica da albori della storia dei videogames la famigerata Dooyong, che stava ai coin-op come la Domark stava al Commodore 64: ogni gioco, una vaccata. Ho già avuto modo di trattare un suo titolo ("Gulf Storm", vedi The Games Machine di Ottobre 2003), in questa sede mi occuperò di un altro abominio proveniente dalle stesse primitive menti: The Last Day.
Tanto per partire con ordine, soffermiamoci un momento sul titolo: "l'ultimo giorno". D'accordo, ma de che? Come in ogni shoot 'em up che (non) si rispetti, TLD non si esime dalla regola "distruggo tutti ma non so il perché"; non c'è infatti uno straccio di trama che ci spieghi quale sia questo benedetto ultimo giorno, né perché la nostra astronavina sia costretta a peregrinare per il mondo distruggendo carri armati, aerei e tutto il solito campionario bellico che conosciamo a memoria da Slap Fight in poi.

L'impianto di gioco, come avrete capito, è quello classico: inserisci un credito, premi start e via, distruzione senza senso. Ovviamente alcuni nemici, grati per averli fatti sparire dall'orrore che li circonda, vi ricompenseranno con alcuni power-up che aumenteranno via via la vostra potenza di fuoco, intervallati occasionalmente dalla possibilità di ricevere una bomba, strumento da dosare attentamente perché è facilissimo ritrovarsi sommersi da proiettili e nemici, e vi consiglio di usarli contro di loro piuttosto che contro i boss di fine livello, dato che questi ultimi hanno dei pattern abbastanza semplici da memorizzare e sconfiggerli senza usare la smart bomb diventa solo questione di pratica, anche se in realtà non è poi così facile a causa del non trascurabile numero di missili telecomandati che sono soliti lanciarvi contro. Non mancano le vite bonus, che in teoria si ottengono ogni 200.000 punti, ma riuscirle ad ottenere non è proprio una passeggiata: ogni 50.000 punti, infatti, giungerà svolazzando dall'alto dello schermo un pezzo della nostra navicella che, una volta raccolta, verrà immagazzinata in un box in alto a sinistra. Quando i quattro pezzi che compongono il nostro jet (ho finito i sinonimi, accidenti!) saranno stati raccolti, ecco la vita premio. Va da sé che nel caso non riusciate a raccogliere un pezzo dopo i canonici 50.000 punti, cosa che accadrà tutt'altro che raramente, dovrete farne altrettanti per recuperare quello che avete perso, facendo slittare così l'agognato bonus.

Nei sei livelli che ci aspettano saremo impegnati in un giro del mondo in 80 crediti (TLD è un po' difficile) e, tra cotanta distruzione, avremo modo di ammirare le bellezze architettoniche del globo, dal Colosseo ai mulini a vento olandesi, dalle piramidi egiziane fino alla Statua della Libertà, opere maestose tutte rese con mirabile imperizia e penosa scelta dei colori. Per le considerazioni più "tecniche" vi rimando alla pagella, vedremo qui di soffermarci su una valutazione globale.

Il commento
Signori, non ci troviamo di fronte ad un capolavoro del "trash videoludico" del calibro di Gulf Storm, ma The Last Day ci va abbastanza vicino: i limiti delle capacità programmatorie dei tizi della Dooyong si ergono in tutto il loro splendore (?), mostrandoci uno sparatutto a scorrimento verticale che sa di vecchio già dopo 30 secondi di gioco. Assenza di storyline, grafica scarna & ridicola, colonna sonora passabile (a conti fatti, la cosa migliore del gioco), effetti sonori arcaici, mecha design evidentemente curato da un bambino di 6 anni... gli elementi per stroncare questo gioco ci sono tutti. C'è qualcosa, alla fine della fiera, che possa spingermi a graziarlo da una metaforica condanna a morte e a salvarlo dall'oblìo?
In tutta sincerità, no: TLD non fa nulla per accalappiare l'attenzione del giocatore, aspettandosi evidentemente che qualcuno lo giochi per carità cristiana. Trattandosi di emulazione, non è più questione di soldi da spendere, ma di tempo perso nel download di questa rom. Con tanti sparatutto anche più vecchi di questo, non vedo assolutamente nessun motivo, a meno che non siate dei "collezionisti di roms" (oscura figura che va emergendo in questi ultimi anni, spinto da una sete irrefrenabile che lo spinge a possedere migliaia di roms per il solo gusto di vantarsi di avere il cosiddetto "set completo"), perché un retrogamer degno di questo nome debba perdere tempo a scaricare i pur pochi Kbyte che compono il misero TLD.
Citando un paio di titoli a caso, come Fighting Hawk, Air Duel o persino Dyger, tanto per menzionare un altro shoot 'em up coreano, sono tutti ben al di sopra di questo sgorbio raffazzonato. Un po' più di attenzione nella realizzazione avrebbe potuto regalarci non certo un capolavoro, ma di sicuro un prodotto almeno più appetibile sul piano estetico. Obiettivo che la Dooyong, pur autrice di un paio di coin-op carini come Yam! Yam!? e Blue Hawk, con The Last Day fallisce miseramente.

Pagella e informazioni tecniche
The Last Day è stato testato sul MAME 0.74, l'unico emulatore che grazie al cielo lo supporta (o dovrei dire sopporta?). Nonostante l'avviso che l'emulazione grafica non è accurata al 100%, questa pare in realtà esserlo, quindi non avrete problemi di sorta nel giocarci.

Grafica: 45%

Come detto sopra, la sua pochezza non invoglia certo il giocatore medio ad avvicinarcisi, tenuto conto che nello stesso periodo sono stati prodotti sparatutto di gran lunga superiori (Twin Eagle su tutti). Niente parallasse, esplosioni anonime, pochissimi frame di animazione per ogni sprite, sfondi pessimi, insomma non c'è niente che sfugga all'insufficienza. Assolutamente ridicoli i boss di fine livello, davvero anonimi nel design e a mio parere troppo piccoli. Decisamente un punto a sfavore.

Sonoro: 63%

Niente di trascendentale, un refrain diverso per ogni livello e nemmeno troppo brutto; gli effetti sonori sono invece a dir poco indegni e un paio sono rubati di sana pianta da Side Arms (dal quale ha rubacchiato anche il summenzionato Dyger), come ad esempio l'esplosione della nostra navicella. Senza dubbio l'aspetto curato maggiormente, o meglio, l'unica cosa che si salva dal disastro generale.

Appetibilità: 40%

La povertà della grafica non invogliava certo a perderci tempo in sala giochi, il fatto di poter giocare gratis sul proprio pc di casa risolleva leggermente le sorti. Per poco tempo, però.

Longevità: 55%

I fanatici della distruzione insensata potrebbero anche trovarlo divertente, tutti gli altri lo molleranno disgustati dopo pochissimi minuti. Come se non bastasse la difficoltà è fin troppo elevata, costringendo sin da subito il giocatore, eventualmente coadiuvato da un suo sfortunato amico, a fare intricati slalom tra proiettili vaganti ed aerei kamikaze, senza contare i rognosissimi missili lanciati dai boss di fine livello. Non c'è neanche la soddisfazione di vedere ripagati i propri sforzi da una decente sequenza finale, in quanto a parte i soliti credits non c'è proprio nient'altro, e la carneficina ricomincia inesorabilmente da capo.

Globale: 51%

Una fetecchia come poche, uno dei peggiori sparatutto degli anni '90 ed un'infamia che andrebbe lavata con il sangue dei programmatori. È un testa a testa con Gulf Storm, ma se quest'ultimo poteva avere l'appeal derivante dalla Guerra del Golfo, bisogna anche dire che non aveva neanche una nota di colonna sonora, mentre almeno The Last Day qualche musica decente ce l'ha. Resta comunque vivamente sconsigliato, a meno che non sbaviate per tutto ciò che "trash": in questo caso, TLD fa proprio per voi.



- Vaz

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