The Marculaz diary
11 Dicembre 2003
0.9: cosmic lounge // fuck the system! // metro gospel // Vinegar Hill
(...)
inizio a sentire vicina la data del mio ritiorno a "casa" (cioé??!? Ravenna?, Pescara?, Pietranico?) e mi sovvien l'eterno desiderio di fare cose quotidiane e confortevolmente ordinarie coi miei amici. Cinque giorni fa sono andato a visitare un'appartamento ai confini dell'irrealtà.
Mi avvicino al numero civico (che già era sospetto: 88 greenwich, una zona fighissima) e il palazzo si rivela essere un vero e proprio piccolo grattacielo (60piani)... alla porta girevole (!) vengo ragggiunto da un portiere (!!) in guanti di pelle nera (!!!) che chiama col cellulare l'appartamento che devo visitare per confermare il mio arrivo (!!!!).
Va precisato che sto parlando di una stanza da 640$ al mese (cifra medio-bassa)... e che quindi non mi aspettavo certo tutto questo... ma andiamo con ordine.
Alla porta dell'appartamento (un relativamente modesto 9piano), mi riceve Rebecca: piccola, carina; ispanica, attrice o presunta tale.
L'amica che lascia l'appartamento é molto meglio: se ne va a Park Slope (ottima scelta) perché ha pochi soldi (ottimo motivo) e gli piacciono le mie scarpe (ottima mossa).
Insomma entro "in sync" con l'altra ma cmq mi sembra che la mia interview vada benino...
L'appartamento é carino piccino pulitino e trendyno, insomma un po'troppo Tribeca (siamo a Tribeca,... dove "c'é la figa"), ma funziona. A un certo bel punto la Rebecca mi fa:
"ah, si..e poi c'é anche il tetto, vuoi vederlo?"
"ma certo cara, é un bel plus, adoro le viste di manhattan"
(...)
saliti al 36piano, l'ascensore si apre davanti ad una porta chiusa. Reb. scivola fuori e con gesto naturale pone la sua mano su un RICONOSCITORE PALMARE (!!!!!). Le porte si aprono rivelando un Lounge tutto vetri e mobilio design dove trentenni rilassati bevono martini o tengono riunioni dal sapore creativo e proficuo. Il Tavolo da Biliardo giace inutilizzato e io mi guardo intorno completamente assente. Dove sono capitato?
"la parte migliore é che ci puoi fare anche delle feste e non devi manco pulire perché se ne occupano i dipendenti del palazzo"
Whaaaaaat? schiavi autopulenti le mie orge a base di martini e figa sullo sfondo della vista più incredibile che abbia mai visto (incremental repetition)? Ma questo é lo spot della bacardi!!!
Ma non finisce qui: dal lounge si passa al terrazzo vero e proprio, arroccato su un mezzanino del palazzo (che é più alto, e sfiora i 60 piani come detto) e aperto su una vista semicircolare dell'Hudson e di Staten Island da far PAURA. Mobili da giardino e piante rampicanti. Cerco di visualizzare me stesso col famoso martini in mano che succhio l'oliva mentre osservo la sfumatura rosa del tramonto sul ponte di Verrazzano... mi riesce a fatica, e cmq é sempre meglio succhiare la linguetta d'alluminio di una lattina di moretti guardando i mondiali di pallone .. o no? Insomma ancora stonato da quest'immersione nel lusso, mi accorgo che Jason l'altro intervistato, sta andando molto meglio di me! é più americano e spara più cazzate che all'attrice gli fanno ridere un sacco. E io che dico? Come riporto l'ago della bilancia dalla mia parte? ... la decisione é: in nessun modo.
La casa, il Lounge, il terrazzo, il portiere, il RICONOSCITORE PALMARE (!!!!!!) etc. mi buttano in uno stato di critica del sistema, e mi trovo a desiderare un più costoso e scomodo loftino a Brooklyn, che la vista su Manhattan ce l''hai lo stesso ma devi mettere le trappole per i topi perché ti mangiano la spazzatura (carini!).
(...)1settimana dopo_
Insomma... Reb. non mi sta chiamando, quindi Jason il ragazzo torta di mele prevale su di me e ora si sta sorseggiando il martini etc. e a me non me nee frega un cacchio. O quasi.
(...)
camminavo per Atlantic Av. , in piena BKlyn. A un certo punto, sul modesto rumore di traffico del sabato mattina, un salmodiare araboso.
é un megafono, ma non vedo la moschea, o almeno non una moschea da cartolina (voglio il minareto!)
il salmodiare é "live", e arriva rotto e meccanizzato dal megafono non certo di primissima scelta, supera il trafffico con fatica, ma glie la fà. Tutti si girano, ascoltano col mento in su e si chiedono da dove? da dove? per i cinque secondi che la loro pigra fretta del sabato mattina gli consente. Noi di più. Niente fretta ad impedirci di stare fissi come stoccafissi a contemplare il nulla e ad ascoltare il megafono, che é così dolcemente fuori luogo. Le parole, il canto, si fondono coi vapori del traffico e col caldo (fa caldo davvero o é questa musica a farmi sbottonare il collo della giacca?).
5minuti più tardi, nel freddo/fresco della metropolitana, fra lavori in corso e odore di sotterraneo, un coro di neri (25/30 elementi) intona gospel e batte le mani e i piedi in onore del Salvatore. La metro rimbomba delle voci dei tenori. La libertà di religione é una buffa cosa.
(...)
delle cose piccole ma belle che ho visto a NY, una delle meglio é Vinegar Hill. Quartierino (veramente piccolo...anche per gli standard ITA) a nord di DUMBO, VinegarH é stato recentemente dichiarato "landmark zone" e quindi non si può più costruire o distruggere nulla, in teoria. Questo perché é una specie di oasi residenziale, con strade in sanpietrini e alberi e case con lo "storefront" (una vetrina aperta sulla strada, come quella di un negozio) e atmosfera da borgo del Far West. A un passo dai ponti e dalle warehouses e dai capannelli di rapperoni che pompano la radio della 4x4 e ci rappano su. E a un passo dai funesti e delinquenziali Projects, anche.
I projects - quartieri popolari - di Brooklyn sono veri e proprie zone off limits. In quelli di Manhattan ci si entra, volendo. Qui no. Quelli che sovrastano Vinegar H non fanno differenza e appaiono neri ed inesorabili, schematici, cementosi e male illuminati. Ma distanti abbastanza da non spaventare più di tanto, dopo un po'. Vi sto parlando di Vinegar perché al 90percento sarà la mia nuova casa. Ma questa cosa, forse, farò in tempo a dirvela di PERSONA. Il mio primo rientro si avvicina, e, come vi ho detto, lo sto davvero pregustando. A presto.
m+
6 Novembre 2003
0.8: Proletariato artistico
Insomma tutto il modo é paese, quindi... inizio con 'sta galleria e oltre alla dolente nota di non essere ancora riuscito a trovare il modo di farmi pagare (a meno che non sposi una tipa americana a Las Vegas), ci mettiamo dentro che per una malefica coincidenza i gestori hanno litigato (letteralmente... mi sono beccato la conversazione telefonica... non pensavo che si potesse arrivare a tali punte di scurriltà) con la mailing agency che di solito usano per preparare inviti etc. QUINDI PER CUI >
Il giovane "curatore" si é sgranato tipo 2000 buste da imbustare, francobollare, leccare, spedire etc. niente male come inizio. Di sicuro mi hanno "sgrezzato" per bene.
Il catino che conteneva le mie palle l'ho dopo utilizzato per contenere il mio bucato di una settimana.
Apice della vergogna: Lunedì scorso:
Giunto in galleria in un giorno NON predeterminato solo per aiutarLI a finire 'sti cacchio di inviti, lavoro un extra 4ore e dopo finito il finibile mi concedo il pranzo (manco a dire: mi concedo un idromassaggio etc. ..no, dico: IL PRANZO) con un'amica svizzera, anche lei "intern" (da Barbara Gladsone o da Sonnabend, non ricordo) e quindi compartecipe delle mie pene.
Giunto al Tapas Bar prescelto (che fighetto, mio faccio schifo da solo) ecco il simpatico telefonino squillare. Ho dimenticato di fare una cosa in galleria! Orbene, sarà dunque il caso di tornare indietro e prendermi le mie responsabilità saltando il pranzo!, perché "LEI" NON PUO' restare 30minuti coll'atroce dubbio di sapere se c'é o non c'é una scatola di buste vuote in più!
Incredibilmente, ci torno davvero in galleria, e per fortuna la Svizzera ha un pacchetto di Gauloises rosse che scrocco senza badare a brutte figure dall'inizio alla fine del tragitto.
Questo siparietto mi ha istigato mille e una riflessioni negative sul "proletariato artistico" di cui sembro eternamente costretto a far parte. Ma a volte mi consolo pensando che c'é sempre chi sta peggio di me, tipo quelli che puliscono la metropolitana di notte (35.000 dollari l'anno con tutti i benefici assistenziali e la tredicesima)... sì, appunto.
(...) trasportavo una pentolina di "meatballs" (vergogna a me) e un'altra di zuppa di Zucca e patate (?) a casa di amici, ed ero in dirittura per Water St., una parallela all'Hudson che passa sotto il Manhattan Bridge. Insomma c'era questa troupe cinematografica che aveva allestito il set sotto Manhattan Bridge... illuminandolo con dei riflettori alla Batman talmente cazzuti che il ponte sembrava un lungo Varano di acciaio luminoso... un quadrupede preistorico steso da parte a parte della notte e del fiume, nero pure quello.
Mi sono accorto dopo un po' che stavo sorridendo come un beota e che sono rimasto fermo nello stesso punto almeno 5min.
A guardarlo.
Domenica scorsa mi hanno trasportato da "Century21st", tipo, il più grande department Store di abiti firmati scontati e/o stock e/o campioni e/o leggermente difettati e quindi scontati che possiate immaginare.
Oltre a trastullarmi in un "gira la moda" praticamente infinito e anarchico, provando tutto, dallo smoking di sartoria inglese alla giacca Jeans fluorescente di J.Galliano ai Cappotti-Dracula in pelo nero (!) di Costume National, mi sono lasciato andare all'"american way" in modo direi assoluto, evitando sempre accuratamente di rimettere le cose a posto, incasinando gli scaffali quasi appositamente etc.
Follia Totale. Comunque, potrei nominare almeno 10 o 11 di voi in lista (tutte donne e questo mi fa sentire un po' abnormale, in effetti) che sarebbero impazzite. Letteralmente.
Quella stessa sera sono stato ad un concerto di CountryBluegrass alla Knitting Factory... il luogo é memorabile di per sé, qualcuno forse lo conosce già, cmq é questa ex fabbrica di tessili a TriBeCa, 4piani di sale per concerti etc. tutto molto alternative-oriented con un occhio di riguardo per Free Jazz e sperimentazioni disturbanti.
(...Tanto per confermare la regola con un'eccezione, il mio concerto era puro country-bluegrass inframezzato da distribuzioni gratuite di Torta salata fatta dalle tipe del gruppo... SO nice!)
Nel buio della saletta il violino miagolava candido e defilato sulle basi di Fisarmonica e Chitarra. Niente era fuori posto, e quelle canzoni, quelle voci, sembravano davvero venire da un posto che é cultura ed esperienza di tutto il mondo, e non solo di qualche milione di cowboys.
Una cosa piccola ma buona.
m+
31 Ottobre 2003
0.7: Tv weekend & more
Un po' di freddo vero, finalmente, subito spazzato da un vento da sud che ha rialzato la temperatura di due tre gradi, portandola ben al di sopra della media italiana, vedo dai termometri di Excite... fa freddo a Ravenna, Ferrara, Bologna... a NYC giacche leggere e scarpe da tennis ancora per un po'. Forse.
Mi sveglio verso le 8 e faccio un caffé che vorrebbbe essere italiano nella fredda cucina di casa mia, attendo la metro e mi spengo per 20 minuti buoni di tratta Brooklyn_Manhattan.
La sbronza del primo mese lascia piano piano il posto al tepore dell'abitudine.
Rispondo ad un annuncio su internet e mi impiego per 8 ore come aiutante di un'artista nell'allestimento della sua istallazione al DUMBO "arts under the bridge" festival. In cerca di un po' di lavoro fisico. 8 ore ad allacciare fascette di plastica col collo piegato in su, manco Michelangelo nella C.Sistina. Ma lei é fregnissima e mi ci diverto pure, alla fine ci guadagno gli 8 dollari l'ora e un pesciolino di metallo snodabile da appendere alla mia porta. (quale porta?)
Il Festival si é rivelato una figata, soprattutto per questa cosa dell'accesso libero agli studi degli artisti (di cui DUMBO é stracolma)... praticamente sembrava di essere in una città aperta, e gli studi erano sempre più o meno interessanti, ..se non altro per la curiosità di vedere da vicino gli ambienti di lavoro etc.
Comunque, non ricordo quando, ma mi é successo questo: fissavo una cartina della metropolitana di quelle appese Dentro ai vagoni.. in realtà ero davvero confuso e non sapevo più in che direzione stessi andando... allora questo niuiorchese d.o.c. occhi grigi e giacchetta di pelle striminzita su gins neri striminziti strizza la voce e flebila:
"You ain't never gonna get there... you're stuck in the f***in' twilight zone"
...poi ride, si volta e prima di scendere mi dice:
"Get down at West 4th".
Dopo un altro paio di minuti passati a scrutare sulla mappetta mi rendo conto di dover scendere davvero lì. Ma lui come faceva a saperlo?
Molti incontri nuovi in metropolitana: dagli adolescenti-rapper (deludenti) al musicista giapponese con tanto di strumento medievale (insostenibile... avete presente la musica medievale giapponese?? ok, ora immaginatevela sulla banchina della metro mentre aspettate il fottuto treno).
Non c'é dubbio, a questo giro il vero piatto forte della scena sotterranea sono loro: immaginatevi uno squadrone di rappettoni neanche troppo amichevoli, tutti catene e ghetto-style che dopo aver preso posizione coreografica nel vagone....
Attaccano con coretti "A Cappella" e classici soul e gospel riarrangiati per sole voci!!! che vibrazioni positive. Ovviamente li colloco sempre DOPO Mr Violin.
Il mio weekend appena passato é stato funestato dall'esuberanza del Venerdì.
Dopo un'opening a Chelsea (mostra splendida e ben pochi degli stereotipi negativi di cui vi ho già parlato) e una non-cena (la chiave di tutti i miei problemi per il resto della serata). Mi sono concesso un festino con qualche amico, qualche parente, qualche bottiglia giusta, qualche bottiglia sbagliata e un Centinaio di sconosciuti. La Non-Cena ha preso il sopravvento verso le 11 circa (faccio pena, lo so) e qualcuno o qualcosa mi ha riportato miracolosamente a casa (non la mia). La compagnia, cmq, era quella giusta.
Sabato mattina mi rigiro ancora un po' stonato nel lettone e mi accoccolo simpaticamente contro un biondO fanciullO che ricordavo essere biondA fanciullA. Lo shock c'é, ma riesco a limitarmi ad un "oh, boy... what a nightmare!" riferito (almeno in parte) ai lavori stradali che ci avevano subitaneamente svegliato.
Dopo questo inghippo mattutino, mi alzo per prendere un bicchiere d'acqua e scopro che qui vagare per casa in Slip NON é considerato alla stregua di vagare per casa in Boxer... (mah.., S.P.Q.A.!) Insomma desto scandalo agli occhi di un'ignara amica e torno al mio maschio lettone per pigrare in cattiva compagnia altri 20 minuti.
Anyway, la ricarburazione é lenta e macchinosa, fuori fa freddo e accompagno Biondo Fanciullo e Bionda Fanciulla a fare la lavatrice... tanto per svegliarmi, un po'.
La doppietta Sabato/Domenica potrebbe chiamarsi "TVweekend", vista la dose massiccia di
1) telenovelas giapponesi sottotitolate (WOW!!! vera scoperta... per non parlare dalle pubblicità da cui sono intervallate... neanche la parodia di Pokemon a "South Park" era così esilarante)
2) varietà spagnoli non sottotitolati "sexos in guerra" / "amores descarados" etc. (qualunque cosa si faccia nella trasmissione, che si stiano spaccando noci di cocco con la testa o raccogliendo fondi per bambini tetraplegici Potete Star Certi che un bel figone latino-americano a zinne da fora e vestito volgarmente non ve lo nega nessuno)
3) repliche su repliche di cartoni di "Cartoon Network" (SuperPuffGirls é il mio preferito)
...Evidentemente dopo mesi di astinenza più o meno volontaria mamma TV ha voluto la sua vendetta sui miei neuroni.
m+
21 Ottobre 2003
0.6: Chelsea hate list + Baila Morena
teenage Annie
said to uncle Dave
i sold my soul
it must be saved
gonna get a walk
down to Union square
you never know
who you gonna find there
Velvet Underground: "run, run, run"
E quindi mi accingo a compiere il primo mese di permanenza... se ci riesci a stare un mese vuol dire che puoi farcela. mi ripetevano. Qualche novità: il lavoro é finalmente "definito", 6 settimane di web design sovrapagato e di assistenza ad un tecnico hardware (???) che dovrebbero permettermi di mettere anche qualche dollaro nel cassetto per un ritorno post-Natale più tranquillo. Ho consegnato la documentazione necessaria per un internship (al NewMuseum/Rhizome) dopo aver ricevuto un'invito informale dalla curatrice del dipartimento educazione, che ha bisogno di un interno al di fuori dei programmi "ufficiali". Sto preparando ora la richiesta per l'ambito contributo "movin Up", una borsa di studio che mi permetterebbe di vivere l'eventuale internship (che é "unpaid", ovviamente...) con maggiore tranquillità. Nel numero di fine ottobre di "Arte e Critica" (lo trovate da Feltrinelli, se mi amate così tanto) compariranno due miei articoli: "high tech - soft tech - post tech" e "latino american ispanic touch" (il mago dei titoli idioti).
La vita quotidiana scorre veloce, dopo una settimana passata praticamente a cercare di formulare un credibile "piano B" per quanto riguardava il lavoro e a vagliare alcuni piani C, D e E, mi sono dato agli openings in un weekend tutto arte e inaugurazioni in stile "scrocca-più-cocktail-che-puoi".
Chelsea (west side di Manhattan, subito sopra al Greenwich Village) é un quartiere non bellissimo ma sicuramente stilosissimo. Punteggiato di negozi di arredo e/o design e/o wine-lounge-chill-out-tapas-spa-resorts e di gallerie, la parte più interessante é sicuramente quella più prossima all'Hudson, con moli e punti d'attracco ancora non ristrutturati ed isolati di basse warehouses: regno delle gallerie d'arte e della comunità omosessuale (la connessione é indiscutibile).
La 22/23ma strada é praticamente una disneyland, per chi apprezza, la fila di gallerie sembra infinita, ma un "pellegrinaggio" vero e proprio é un gesto molto pericoloso, per chi voglia davvero avere a che fare col mondo dell'arte per tutta la vita (mi candido). Dopo 2 o 3 openings si é piacevolmente frastornati, dopo 5 o 6 si é già abbastanza "sbrigativi" in tutto (valutazioni, tempo trascorso nel posto e anche lo scrocco diventa più immediato, tipo, i drink li bevi alla calata, con tutto ciò che questo può comportare in termini di lucidità). Superata la decina, una sorta di vaga "hate list" inizia a formarsi nella tua mente, e ci si ritrova a contemplare tutto lo show con una crescente insofferenza per:
1) entreneuses e segretarie orientali semi-minorenni in splendidi completi da orfanella-chic (sempre "pradosi") che ti aprono la porta e/o versano da bere sorridendo al pavimento. di solito.
2) raffinati cagnolini di assurde razze di sicuro non contemplate dal buon dio e non presenti sull'arca di noé quindi inutili (come mai non scagazzino mai su qualche pregiata sculturetta in vinile e neoprene assorbente, non si sa, devono essere educati apposta in speciali scuole canine di Soho con nomi tipo: "Art-Wise Diva Pets" etc)
3) un tipo con la camicia a scacchi, giacca rossa e (SEMPRE) occhiali tondi o calze a righe a vista (io lo chiamo "l'eccentrico" e ce n'é ALMENO UNO per ogni fottuto opening). é distinto e silenzioso. guarda tutto con attenzione domani scriverà su un rotocalco locale che la mostra gli ha fatto cagare.
4) tre o quattro capannelli di persone elegantissime (più degli altri) sui 50/60 con un paio di giovani (l'artista e la sua tipa-tipo / l'artista e la stagista/ l'artista e un cagnolino (vedi punto2). Ridono e scherzano felicissimi di qualcosa ma non stanno parlando di quella mostra, bensì di un'altra vista a XXX in compagnia di YYY e che gli ricordava molto quell'altra di ZZZ.
5) in generale, la qualità media dei lavori esposti, che é seccantemente al di sopra di ogni standard immaginabile ma sempre e solo "market-oriented".
Insomma, il "pellegrinaggio" di Chelsea mi lasciato a bocca amara. Con le dovute eccezioni (lo show di Richard Serra da Gagosian. Non ho parole). Per un'esperienza più fisica e appagante, conto sull'imminente DUMBO "art under the bridge" festival. Finalmente potrò vedere Show male organizzati e un buon 60% di pezzi scadenti in una cornice sporca e post-industriale-senza-charme. E forse pagare per bere. Wow!
Nel weekend vero e proprio (Chelsea era venerdì), sono stato coinvolto da un gruppo di italiani e italiofili (non immaginate quanti) per una sera al "Bulgarian Bar", questa porta di legno senza insegna che dà sull'incrocio Broadway/Canal st. e porta su per una lunga e ripida scala verso un buio stanzone legnoso. Il Bulgarian Bar é un segreto (uno dei tanti) ben custodito da chi pensa che la frase "il fumo provoca una morte lenta e dolorosa" sia solo un'altro modo per impedirti di fare quel cazzo che ti pare. Il locale é Smoker-friendly, e questo non perché si é procurato una costosissima licenza da "smoking bar"... é semplicemente, deliziosamente, sublimemente (?) ILLEGALE!!! Fra un paglione e un sigarillo (l'illegalità ovviamente mi ha fomentato di brutto, e ho fumato come un bulgaro) apprendo da Andrea di Brescia che se voglio davvero vivere la città devo trasferirmi con lui a TriBeCa (2500$ al mese per una singola), perché "li si che c'é la figa". me lo ricorderò... i miei genitori saranno sicuramente felici di fornirmi un paio di migliaia di dolari al mese per un così nobile motivo.
Mentre i miei funghi ripieni (osceni) sono ancora a metà, le luci crollano improvvisamente, il locale si riempie (da dove viene tutta questa gente???) e il DJ bulgaro si lancia in un mix di Zucchero (in Inglese), PunjabiMc, Dance-Bulgara-Strappamutande e Kocani Orkestar da pelle d'oca. Finisco il funghi (davvero, non capite quanto erano osceni) e mi lancio con gli altri alle prime note di "Baila Morena" (o come cazzo si chiama), perché é bello e perché é un gesto dovuto. In breve il 30% delle persone é a petto nudo e batte le mani ritmicamente mentre balla (usanze bulgare?) e mentre un proiettore a pellicola proietta cartoni animati bulgari anni '60 sul muro, il barista diffonde la voce che c'é una bottiglia gratis per chi farà sesso sul bancone. Nessuno si fa avanti, ma vista l'atmosfera gli é andata bene.
La Domenica a ParkSlope é stata squisitamente "locale". Colazione alla caffetteria locale, giornale locale e giro per i locali giardini privati/pubblici di cui vi ho già parlato... (le foto sono relative a uno dei più belli: Ann's Place, strettissima lingua di verde che sembra un vero e proprio giardino botanico in miniatura per la quantità di differenti verzure che Ann (deduco) ci é riuscita a ammucchiare). Nella seconda foto (oltre ad un paio di amici) potete finalmente ammirare la mia fascinosa cicatrice. Bella eeeh??!?? Si schiarirà, purtroppo........ Un abbraccio a tutti voi.
m+
7 Ottobre 2003
0.5: Casa dolce casa/Città dolce città
Dopo un'intera settimana passata a fare questo:
- sveglia
- passaggio in macchina da Edison NJ a NYC
- arrivo in ufficio e controllo delle novità su www.craigslist.com (miglior/maggior sito di annunci immobiliari)
- primo contatto con gli affittuari più interessanti e relativo appuntamento
- viaggio / viaggi in metro verso gli angoli più disparati della città per vedere le case e tastare il polso agli inquilini ed ai quartieri
- ritorno a Edison via treno o con passaggio di ritorno a seconda
- cena, leggere, posta, letto
ho finalmente TROVATO CASA. Uno stanzone bianco e dai soffitti alti in un Brownstone a 3 piani in pieno Park Slope (vedi N.Y. Calling 0.4, "Brooklin for dummies") arredato come una casa inglese, in un quartiere all'inglese. (ci si potrebbe chiedere.. e allora che minchia ci sei andato a fare a NY?.. me lo chiedo anche io). E' il 146 di 6th Avenue a Brooklin (se avete la penna calda e/o molta nostalgia. O più semplicemente per spedirmi quel regalo che mi avevate fatto da tempo e non avevate il coraggio di consegnarmi...). Dei fatti accaduti dallo scorso weekend a oggi (domenica 5), sono in grado solo di produrre uno sconnesso brainstorm:
__ero sulla metro, Dwight, alto un metro e 98 almeno si avvicina, nero, alto (già detto), occhialuto. Insomma Dwight mi fa "hai un pezzo di carta"? e io "sicuro ce l'ho". E poi mi dice il suo nome e io il mio. "Devo scrivere una poesia" "Come no, scrivi scrivi...." e aggiungo "il mondo ha bisogno di poesia", non chiedetemi perché, forse solo per fare il personaggio anche io. Allora mi metto a guardare Dwight, che scrive come un ragazzino e la metro gli trema le mani e il foglio trema pure quello mentre butta giù il titolo e tutto, e il titolo é BLACK WOMAN OF ANTIQUITY non resisto e continuo a fissare i pensieri di Dwight, che diventano velocemente scrittura traballante, e vanno avanti per righe e righe del mio foglio stenografico con robe del tipo:
"Tu, donna nera, la forza ti accompagna Dio il salvatore ha infuso la forza nel tuo seno la fertilità nel tuo bacino etc etc etc" Grande Dwight. Troppo stupido a non chiedergli in regalo la poesia, o simili
__eravamo in Mulberry St. (Little Italy) io e Evan (é una donna, nome da uomo, ok. non un trans. giuro.) mi chiamano al cell, é Lee (Wallace per i più intimi) c'é una festa sopra le nostre teste. A Mulberry ci vive la sua tipa. Saliamo su, intricatissimo condominio, reso intricatissimo dall'alcool e dall'incapacità in generale. WOW, super appartamento, tutta la gente che lavora con me (come se stessi lavorando) e tutti mi / ci offrono da bere e mi rispettano da matti perché ho la tipa accanto e quindi sono vincente. Non sento la musica, non mi ricordo, ma dopo 5sec XXX, irlandese, mi aggancia al braccio e mi inizia a fare: "Cristo ("christ", letteralmente) voi italiani siete dei genii del calcio, vi invidio troppo". Vagli a spiegare che ha beccato l'unico che di calcio a) non ne sa una sega b) non se ne intende manco a giocarci Ok, comunque reggo la parte a meraviglia, col poco che ho assorbito da Carlo in un paio di anni dalla sua metamorfosi da uomo-uomo a uomo-pallone, faccio comunque bella figura: Vieri, Inzaghi, Trapattoni..come no. Lui é esaltato: "Gli americani sono delle pippe, non sanno toccar palla, scommetto che tu giochi" Io: "si, un po' con gli amici..." inizio ad avere paura "Ma allora ci dobbiamo sentire, ecco il mio cell" Ogni settimana (OGNI!!!??!) gioca con una squadra di americani, che , pipparoli per pipparoli, sicuro mi spaccano e/o umiliano. Inizio a glissare l'argomento "calcio giocato" inventando falsi infortuni passati. Lui incassa ma non mi molla e mi/ci convince a seguirlo in un giro di afterhours per East Village. E sia. Ricordo un luogo sotterraneo in cui siamo entrati per 50 secondi, davvero, che posso dirvi?... erano TUTTI Punk. E intendo, con la cresta, borchie, collant strappati, tutto. Noi al cospetto di tanta estetica coerenza sembravamo dei manichini di GAP. Poi mi hanno portato via. Altro Locale davvero minuscolo, con un dj nero da morire (non si vedeva al buio, incredibile) che metteva su musica nera da morire mentre una marea di neri di varie sfumature si dava da fare di brutto, e in un certo senso (per quanto concessoci dalla nostra inferiorità psicomotoria) anche noi. XXX l'irlandese é pieno di soldi, ha un'erba ottima e va e viene dal cesso con la sua tipa, una bionda veramente buona con una parlantina tutta artificiale. E più va e viene e più la parlantina diventa irresistibile. Magici bagni dell'EastVillage. Poi questo taxi per tornare a Brooklin con il tassista che non voleva sentire ragioni e veramente capivo più io di lui. Comunque ci ha portati a destinazione. Questo si.
__Su un treno della "F", siedo assorto e si apre la porta fra un vagone e l'altro. Entra Mr.Violin. "Mr. Violin" é diventato "Mr.Violin" da quando ho scoperto che non sono stato l'unico ad esser graziato dalla sua metropolitana arte, ma che anzi é arcinoto a molti amici. Insomma é Nero, Alto e Curvo. E' abbigliato ed atteggiato in pieno stile "Ghetto Fabulous" e si piazza al centro del vagone annunciando lo show. Poi succede la Follia. MR ti suona il VIOLINO per il tempo che ha da una stazione all'altra lanciandosi in un MEDLEY degli Ultimi SUCCESSI RAP!!!! Si va da "P.I.M.P." di 50cent (sempre lui...) a classici come "It's gettin' hot in here" e "Tong Song"... più mille che non so, ovviamente. Ragazzi, questa é veramente la meglio che ho visto fin'ora. Se considerate che ogni tanto ci rappa anche sopra mentre suona. Gli ho dato 1 dollaro, cazzo a chi se non a lui?
__Ultim'ora: Lunedì (6oct) inizio a lavorare a un progetto che dovrebbe durare 10 settimane. Non é male, ma ciò mi porta sano e salvo solo fino a Natale... poi si dovrà vedere. La storia del VISA lavorativo per tornare dopo Natale é praticamente risolta. Diverrò magicamente un consulente o qualche altra cosa così per la ditta di mio zio. Lasciare Edison e le mille comodità che comportava non mi é pesato molto, per ora.. ma é davvero troppo presto per trarre conclusioni. Ieri, di ritorno da una festa molto "Uncool" e loffia, mi é giunta notizia che la linea 1-2-3 é stata chiusa tutta la notte per un accoltellamento avvenuto su uno dei vagoni. Oooops! Stamane, Domenica, ho fatto Brunch, Spesa per la casa e ho comprato "Cattedrale" (carver) e "Pick-Up" (willeford), l'ultimo nell'edizione originale black lizard press WOWOWOWOWOWOWWW!!! (ok, sono andato, venitemi a ripigliare) love*
m+
2 Ottobre 2003
0.4: Brooklin for dummies
La gomma del ponte mi sfiora la caviglia proprio all'uscita del passaggio pedonale sul ponte di Brooklin: sono sulla corsia sbagliata, quella percorsa a velocità folle da ogni sorta di veicolo con le ruote ("ciclabile", per i non-prolissi). Brooklin mi é "nuova". Cos'é Brooklin? Brooklin é la parte est di NY, ad est dell'Hudson, ad est del ponte più bello del mondo (falso: Golden Gate e vari progetti di Calatrava lo battono... ma é pur sempre IL ponte). Brooklin inizia con un autobus per Williamsburg, il quartiere più "in" del momento dove Kids e Artistelli vari si vantano di pagare 700 e più dollari al mese spese escluse per vivere in una zona di vecchie warehouses e abitazioni di Polacchi/Russi/Esteuropei in generale che fanno cagare ma sono grandi e luminose. Se la finestra non é coperta da una montagna di spazzatura e/o copertoni usati. Cammino lungo Bedford avenue verso la parte Sud, e le case da farWest del quartiere "in" diventano schiere di belle villette "walk Up" (due/tre piani con scala esterna sulla strada) popolate di Ebrei Ortodossi. Di Soli Ebrei Ortodossi. Di un MILIONE di Ebrei Ortodossi!!!
E' Williamsburg Sud, uno shock visivo, un super - ghetto leggermente inquietante, per i miei occhi e incredibilmente allettante per le mie orecchie (voci salmodianti da una finestra su tre, cosa dicano non so, ma é musica) e per il mio naso ( profumo di pasticcerie Kosher ad ogni angolo). Continuando a Sud incappo in DUMBO (Down Under the Manhattan Bridge Overpass, gli ammeregani vanno pazzi per questi acronimi) piccolo -reeeeeeeelativamente- quartiere di Warehouses grandi e belle, con finestre immense e spettacolari viste di Downtown Manhattan e dei "Two Bridges", Manhattan e Brooklin. Il fitto reticolo di passaggi e sottopassaggi che introduce a Downtown Brooklin porta al "meglio" di questa immensa area extraurbana (2,5 milioni di abitanti, una vera città). Brooklin Heights é un quartiere di una eleganza spaventosa, con splendide vedute di Manhattan e molto più verde di quanto possiate desiderare. Piccolo ed elitario, é un quartiere completamente infiltrato di Bianchi e Yuppies assortiti, gente in fuga da NY e disposta a non batter ciglio per un'affitto di 1000e più dollari al mese (sto parlando di una stanza).
Salendo a Ovest lungo Atlantic Avenue, una successione di quartieri belli-e-possibili che sono il vero cuore di questa città. In ordine sparso: Boerum Hill, Cobble Hill, Fort Greene e poi, più a sud, Park Slope... non sono andato oltre. I primi tre sopracitati (riportati in ordine crescente di bellezza/eleganza/pulizia) sono percorsi da viali alberati fitti di Brownstones (walkup in mattoni a facciavista) residenziali. Sono quartieri decretati storici, non si può toccare nulla, più o meno.
Queste case erano il cuore nero di Brooklin, la diversità razziale é una questione recente ed incompleta e la comunità afroamericana domina ancora incontrastata su una minoranza di Italiani e infiltrati vari in fuga da NYC. L'impressione generale che queste strade, queste case e questa gente comunica é di colore, vitalità, tranquillità. Ci sono biciclette e bambini nelle strade (e credetemi, é qualcosa di inaudito, qui) e la cosa più bella é che non sussiste il cosiddetto "effetto bomboniera". Mi Spiego. Che cosa c'é di bello in un quartiere di belle casette colorate tuttte pulite ed ordinate con pargoli che vagano felici per le strade? Molto, molto.... ma dove sono le autofficine? dove gli ospedali? dove gli spacciatori? dove sono gli ortofrutta? A Brooklin questi articoli di arredo urbano sono OVUNQUE! Sono semplicemente FRA una bella casetta e un'altra. Questo é me-ra-vi-glio-so. Cammino per Flatbush Ave. in direzione Prospect Park (un capolavoro di decine e decine di ettari progettato dallo stesso duo di architetti che ha creato Central Park) e mi imbatto nelle prime abitazioni di Park Slope: quartiere di Paul Auster e mia scelta per una futura abitazione.
Ad ogni angolo il paesaggio cambia, con strade disomogenee e radicalmente "brutte", ingombre di MacDonalds e di concessionarie di usato. E probabilmente molto "difficili" nottetempo. Park Slope West é un capolavoro di vivibilità. Gente fuori casa parla sugli usci, offre da bere ad altra gente, mercatini di roba usata all'aria aperta e, a pochi isolati, questo Parco immenso, inconcepibile, a tratti davvero selvaggio ed illusionistico nella sua americana "naturalità". Per non parlare degli splendidi giardinetti privati (ma a ingresso libero) che punteggiano tutta la zona. Un' oasi. Insomma: se Manhattan Splende di luce elettrica e ribolle di vita e possibilità, Brooklin accende candele e lampade a gas per fare più atmosfera, cuoce a fuoco lento e si accontenta di quello che ha, con una filosofia ed una dignità davvero uniche. E una birra qui costa 3dollari, non 6 o 7!!!
m+
PS: altre cose che potreste voler sapere.
1) giorni fa mi sono imbattuto in una omonimia semplicemente clamorosa ed ho creduto (tapino) di poter divenire convivente di Niki de Saint Phalle (cercatela in Google...).
2) altri giorni fa ho incontrato Robin Wiliams a Fort Greene, girava un film e gli ho dato dell'impedito perché non sapeva andare in bici senza mani (nel senso: gli ho davvero gridato "Impeditooo!"... e questa uscita ha sconvolto anche me. Tanto lui ha riso comunque.)
3) pochi giorni fa mi sono convinto talmente tanto di avere trovato casa che stavo per comprare delle lenzuola. E invece non é andata. Per un pelo.
4) il Primo Ottobre, succeda quel che succeda, me ne vado da Edison NJ. Basta treno, basta pendolarismo, basta dipendenza. Mi trasferirò a casa dell'ennesima donna che ho fatto innamorare. Che ci posso fare??? (dev'essere la cicatrice..)
24 Settembre 2003
0.3: Chi ben comincia... (+ update)
I. Il viaggio
La BritishAirways compie il suo dovere, attese tranquille e coincidenze puntuali, bagagli ritrovati ed in perfetta condizione... cosa si può volere di più? Beh, per esempio DORMIRE!!! Cosa che (la British Airways non c'entra, però...) non mi riesce assolutamente, e mi condanna alla tripletta "MatrixReloaded" + "L'era Glaciale" + "Una settimana da Dio" e a ripetuti ascolti dell'ultimo album dei Thrills.
II. L'arrivo
Piove. Fa caldo (umido). Io sono vestito troppo. Evitato con garbo il cortegggiamento di due tassinari specializzati in gente che non riesce a ritrovare i propri parenti, li trovo, i parenti. E ci vado a casa sotto la pioggia. Sono molto stanco, troppo stanco, stranamente stanco.
III. Il (IL) Jet Lag
Notte insonne. Non dormo ma cado a pezzi. Grilli americani sotto la pioggia. La luce della luna dalle tapparelle illumina il ricordo del viaggio insonne ed alimenta la mia INSONNIA. Poi mi addormento. Ma forse era meglio di no. Verso le 5 (ora USA) mi sveglio per pisciare. Tutto ok. Verso le 6:30 mi sveglio definitivamente (ho dormito solo 4 ore scarse a fronte di 1 giorno intero di viaggio... mi tocco il sopracciglio. Sangue.
IV. Che cosa mi é successo???
Il mio breve sonno é stato talmente pesante da permettermi di battere la testa contro un affilatto comodino a due cm. da me senza svegliarmi!!! Vado al bagno, sono tutto coperto di sangue. Il confine col sogno o la visione é pericolosamente labile. Ma é vero: devo chiedere aiuto ai miei parenti.
V. Sanità USA (per ricchi)
Ho un taglio da 7 punti in testa, che si fa? Con 1 telefonata 1, ho un appuntamento dal padre della ragazza di uno dei miei
cuginetti/nipotini...chirurgo plastico. Piccolo tragitto in macchina. Novocaina. Sutura con mano di velluto. Ci vediamo Lunedì, sì, i punti te li tolgo io. Vedrai che sarai ancora più bello . Ecco il mio cell, chiamami se hai problemi. Non vi preoccupate per pagare, non vi preoccupate. A buon rendere, salutami Tony.
Day ONE
Con 7 punti in testa freschi fin dalla mattina si fanno poche cose. Tanta internet e tanta TV.
Day TWO
Vagare per NYC senza avere nulla da fare in vestito grigio e scarpe nere. Aprire le porte alle signore/ine per impressionarle con la propria (europea) gentilezza. Assaggiare vino e vino e ancora vino al Winebow Winter Show. Conoscere Due Persone. Tornare a casa per scrivervi. PS: adesso ho un cerotto sul sopracciglio che mi fa molto "rapper cattivo e
rissaiolo". Perfetto per NYC... Sarò più rispettato. Tralasciando di parlare del comodino con cui me lo sono procurato, ovviamente.
Update:
E quindi passano i giorni a NY senza che la mia posta (in uscita) funzioni... aggiorno il diario anche se non é ancora partito con un po' di stream of consciousness relativo al weekend:
Venerdì lo passo alla festa di San gennaro a little italy... una cartolina scritta in inglese dello stereotipo più grezzo che possiate avere dell'italianità in generale. Alcuni "amici" dei miei amici mi chiedono se in Italia la pizza é così buona e se sapevo che é un'invenzione italo AMERICANA. fingo di non esistere per non turbarli.
Sabato sera lascio tutti a casa e mi metto sul treno per NYC con in testa di beccare Molly e Mat, ci riesco dopo un po' della solita odissea telefonica. Molly (per chi non lo sa) vive in una meravigliosa casettta in miniatura. Pieno Greenwich village. Mat é invece in un Paradiso per ricchi, ospite della zia di Molly e coinquilino di Michael Stipe, pare. Non avrei dovuto vivere il mio primo weekend nel GV, ora come potrò adeguarmi al fatto che "non me lo posso permettere"? (e non sapete quanto)? Vabbeh, fra un cazzeggio e un'altro ci imbuchiamo con mio cugino a 'sto festino ai piani alti di un appartamento mooolto "i-miei-genitori-non-ci-sono", dentro é pieno di americani-americani e di americani-europei, ma sempre americani. tutti bevono e fumano e si divertono, 50cent imperversa e qualche tipa inizia anche a smignotteggiare abbastanza piacevolmente. niente droghe. bella vista su downtown. Io e Mat ci diamo al "fristail " incuranti della disapprovazione generale. Nessuno capisce. Nessuno CI capisce.
La mattina di Domenica é sole puro e silenzio, caffé e un bagel con la nutella con Molly, poi simil-shopping e Central Park con Mat e Molly e XXX
amica orientale. Central Park é un delirio di gente, mettiamo radici al sole di "Sheeper's field: a calm and quiet place", così dice il cartello. In pratica un campo da calcio ricoperto di persone vocianti, capoeiristi, brakers, freestylers, frisbisti che attentano alla tua vita in continuazione. Il contorno di grattacieli che fanno da cinta al parco é una cosa che avevo dimenticato, é una cosa che vorrei potervi descrivere meglio. Domani vado a togliere i punti. E a fare il primo vero collloquio di lavoro. A presto.
m+
12 Settembre 2003
0.2: Settembre in cartoleria.
Comprato il biglietto aereo, sento già sulle mani la responsabilità del viaggio, dello spostamento, di un complesso (e costoso) cambio di vita e di registro tanto intensamente voluto quanto innegabilmente temuto. Il 15 settembre si avvicina e passo le giornate in giro per Pescara a cercare luoghi, cose e persone che voglio rivedere "prima". Per il resto, il portatile é sempre acceso sui siti di affitti e lavori a NY e la posta impazzisce per le decine e decine di messaggi al giorno: contatti da curare, amici da ribeccare, case, lavori... tutto mischiato e tutto in forse. Per ora. Pescara di settembre é malinconica da morire, ma non sono io a dipingermela così... gli ombrelloni e le palme chiusi coi sacchi di plastica per proteggerli dal freddo mi hanno sempre fatto questo effetto. Come anche l'odore di pioggia (qui ci ha dato giù pesantemente) e le cartolibrerie affollate di ragazzini e genitori che smadonnano con pile di libri di scuola da comprare. Le cartolerie mi sono sempre piaciute: comprare il diario, la cancelleria, i quaderni (lo zaino non si cambiava mai.., erano altri tempi, i nostri) era un rito che mi dava energia. Uscivo al primo freddo coi miei per andare a fare quelle file immense da Costantini, alla Bovio, da Minerva, da Delfico (specifiche dedicate ai pescaresi in lista...) [questo diario è anche una newsletter che Marco invia a tutti i suoi amici, ndVaz] e poi tornavo a casa con tutta quella roba, pronto ad iniziare l'anno. Mi esaltava quella fase transitoria in cui l'anno scolastico in vista sembrava ancora qualcosa di bello da affrontare (idea che solitamente si infrangeva alla prima interrogazione/compito in classe). Sono passato in molte cartolibrerie in questi giorni. Tornarci e rispolverare questi ricordi mi ha dato energia.
PS: gironzolare per cartolibrerie a Settembre ha anche un effettto collaterale che dimenticavo: vi convincerete che fare un figlio e crescerlo NON é cosa per voi e/o é un errore. Davvero.
PPS: Lo zainetto più in voga, quest'anno é il trolley di Hamtaro (l'avrò scritto bene?) o la borsa BeyBlade, Dragonball é in calo vertiginoso (scorte invendute) e SecretlySpies é LA scelta delle bambine pescaresi per il diario.
PPPS: l'astuccio a 3 piani di Hamtaro fa cagare e costa un sacco. A che servono 3 piani di astuccio a un bambino delle elementari?? non compratelo a vostro figlio (se avete già fatto quell'errore).
m+
5 Settembre 2003
[Nota al testo: Marco è tornato a Pescara dopo 8 anni trascorsi a Ravenna, dove si è laureato in Conservazione dei Beni Culturali nel 2002]
0.1: Ritorno alle mie terre.
Dopo un viaggio all'insegna del garbino perenne (che bello!) e un arrivo tardo serale degno dell'emigrante anni '50 che torna al suo campo dopo l'avventura americana (o tedesca, o belga, o altro.. scegliete voi), è iniziata LA GRANDE RICOLLOCAZIONE. LA GRANDE RICOLLOCAZIONE è né più né meno che la distribuzione in ogni singolo fottuto spazio libero della mia già affollata casetta pescarese di qualcosa come 25 scatoloni di cartone ed innumerevoli altri pacchetti ed oggetti assortiti che contengono la mia stessa VITA (ok, sono attaccato alle mie cose... si era capito). LA GRANDE RICOLLOCAZIONE si sta concludendo mentre scrivo quste prime memorie, ed è stata una delle cose più noiose ed inquietanti che io abbia mai dovuto fare...ve lo lascio immaginare. Sapere che "quel" numero di Blow Up che avrei voluto rileggere si trova ora a 3mt di altezza e sepolto dietro 68kg di altri materiali inerti mi rende un po' inquieto... diciamo che è come ibernare il proprio passato (8 anni, nel mio caso) e tornare ad essere soli con se stessi. Le uniche cose rimastemi sono questo computer, i miei vestiti e 2 libri: la Lonely Planet di NYcity e la Guida Veronelli 2003 (!!!) penso sia arrivato il monmento di scoprire dove cazzo ho nascosto quel famoso "spazio-personale-che-è-dentro-di-noi-e-che-portiamo-sempre-con-noi-ovunque-andiamo-anche-se-siamo-in-mutande"... forse l'ho lasciato dentro lo scatolone che sta sotto l'amplificatore!!! Nooooooo!!!!
m+
--- N.Y. Calling (2004) ---
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