Undercover Cops [Irem, 1992]
N.B. La seguente recensione si riferisce alla versione giapponese del gioco in quanto la controparte mondiale ha subìto una quantità impressionante e ingiustificata di tagli e modifiche che hanno peggiorato notevolmente il prodotto.
Legenda giudizi:
S = eccelso
A = ottimo
B = buono
C = discreto
D = sufficiente
E = scarso
F = pessimo
ING = ingiudicabile
Intro
A un anno di distanza da Blade Master, una Irem ormai convinta ad investire le proprie risorse nel genere più in voga all’epoca rilasciò un nuovo picchiaduro a scorrimento che, nelle intenzioni della software house, avrebbe dovuto competere alla pari con una concorrenza che si dimostrava di mese in mese sempre più agguerrita.
A questo scopo i programmatori decisero di ispirarsi ai classici della categoria (Double Dragon e Final Fight in primis) pur mantenendosi fedeli al proprio stile, in modo da cercare di creare qualcosa di personale ma allo stesso tempo di appetibile a un pubblico vasto.
Game design
Undercover Cops è un tipico side scrolling beat’em up nel quale è necessario sconfiggere i nemici che ci si pareranno davanti per terminare i livelli e giungere al cospetto del malvagio Dr. Crayborn allo scopo di fermare il lancio di una bomba che, qualora dovesse essere sganciata, distruggerebbe ciò che rimane di un mondo già devastato dalla guerra atomica.
Il sistema di controllo è quello che ha avuto Final Fight come padre: movimento nelle otto direzioni e due tasti, uno adibito a ogni attacco e l’altro al salto.
All’inizio ci è data possibilità di selezionare uno dei tre protagonisti: Zan Takahara, esperto di arti marziali, Matt Gables, ex giocatore di football, o Rosa Felmond, ragazza assetata di vendetta.
Va anzitutto segnalata la particolarità del sistema di combo: ogni volta che giungerete al termine di una raffica contro un nemico noterete come l’ultimo colpo sia rappresentato da una presa veloce che può essere diversa a seconda della direzione che imprimerete col direzionale. A proposito delle prese, esse si effettuano alla maniera di Final Fight, tuttavia anche in questo caso diverse direzioni porteranno a diversi risultati. E’ inoltre possibile eseguire una corsa (avanti+avanti) e relative mosse d’attacco ad essa correlate nonché la classica mossa spazzanemici (attacco+salto) al prezzo di una riduzione della barra energetica. Il numero di mosse complessivo a disposizione dei personaggi è senz’altro di buon livello per un prodotto del genere. Ognuno di essi ha inoltre uno stile molto differenziato, cosa che renderà piacevole l’approfondimento di ciascun metodo di lotta.
Ad arricchire l’esperienza va richiamata l’opportunità di utilizzare una serie di armi ben poco convenzionali quali enormi putrelle di metallo e colonne di pietra (che potranno essere letteralmente estratte dal terreno) piuttosto che casse, tubi di ferro, torce infuocate o interi mezzi di trasporto (quali automobili e moto) che potranno essere scagliati contro gli avversari. Ed è proprio con il raccoglimento di armi o l’uccisione di particolari nemici che verranno rilasciati una serie di bonus che andranno ad aumentare il punteggio (espresso in dollari) o l’energia vitale; alcuni di essi sono dei piccoli animali che dovranno essere rincorsi per poterli acchiappare.
Al termine di ogni livello verrà mostrato un riassunto dei progressi ottenuti con relative statistiche riguardo i nemici sconfitti e i relativi premi in denaro. Esiste anche una quota-livello che, qualora raggiunta, aumenterà ulteriormente i punti conseguiti nonché la quantità di energia ripristinata in vista del livello successivo.
I nemici si presentano in numero sufficiente (cinque o sei tipi di avversari diversi, boss esclusi) e i loro stili di lotta sono ben caratterizzati anche se, perlomeno a livello grafico, alcuni tendono ad assomigliarsi un pò troppo fra loro. Decisamente curiosi i boss di fine livello, sostenuti da un design dal tratto decadente che sfocia spesso nel comico e da attacchi letali coadiuvati da pattern di movimento discretamente vari.
Il gioco si fregia infine di due finali diversi, chiamati “good” o “bad” ending, ottenibili rispettivamente se riuscirete a fermare il Dr. Crayborn prima che sganci la bomba o meno.
Grafica
Ancora una volta Irem non rinuncia al proprio tratto distintivo proponendo quello stile duro e realistico caratterizzato da colori freddi e disegni estremamente particolareggiati che già avevamo visto e apprezzato nelle precedenti produzioni della casa giapponese.
Sia i protagonisti che i nemici sono dotati di buone dimensioni e ottime animazioni che rendono i loro movimenti molto fluidi e verosimili, mentre il loro design è ricchissimo di sfumature; come precedentemente segnalato, va però rimarcato come gli antagonisti siano dotati di un tratto abbastanza privo di carisma e questo fatto, unito alla scarsa varietà degli stessi, non li rende molto convincenti. Tutt’altro discorso riguarda i boss che, sebbene siano solo cinque, sono disegnati e animati in modo così particolare da renderli visualmente piacevoli e divertenti.
Le ambientazioni di gioco sono abbastanza varie e caratterizzate discretamente, riuscendo a donare al titolo l’aspetto post bellico voluto dai realizzatori pur senza strafare a livello di ispirazione complessiva.
Giudizio: B
Sonoro
Qualità sonora discreta quella esibita da questo titolo.
Buoni in particolar modo gli effetti sonori che, pur essendo campionati in numero abbastanza ridotto, sottolineano con incisività i momenti di lotta. Le musiche d’accompagnamento sono adrenaliniche e vivaci e, sebbene non siano musicalmente indimenticabili e tendano a essere piuttosto invadenti, contribuiscono a esaltare la sensazione di una rissa con efficacia. Tutto questo è correlato da voci digitalizzate qualitativamente nella media dei prodotti del genere, con qualche picco verso l’alto (da sentire il pianto del boss del secondo livello, vi strapperà sicuramente un sorriso).
Giudizio: C
Giocabilità
Senza dubbio l’aspetto più contraddittorio del titolo in questione.
Il gioco si lascia giocare piuttosto piacevolmente, le mosse a disposizione sono molte e il più delle volte soddisfacenti da eseguire e l’impiego delle bizzarre armi supplementari è senz’altro un ulteriore punto positivo. Tuttavia esistono anche diversi aspetti negativi che non possono essere taciuti.
Il cuore di ogni gioco del genere è il sistema di combo, il quale in questo caso si dimostra assai problematico. Capiterà infatti molte volte di non riuscire a terminare una combo neppure su un nemico comune, e questo a causa sia della lentezza dei protagonisti nel portare a segno gli attacchi sia dei nemici che si riprendono decisamente troppo presto dai colpi subiti. Ciò porterà spesso a rimediare danni imprevedibili che genereranno frustrazione non indifferente.
Più in generale è però l’intero sistema di rilevamento delle collisioni a non convincere. L’entrata in presa sugli avversari, ad esempio, è resa eccessivamente difficoltosa dal fatto che bisogna essere perfettamente allineati con essi (sia orizzontalmente che verticalmente) per poterli afferrare, col risultato che spesso si subiranno botte anche se in un qualunque altro picchiaduro saremmo già abbondantemente entrati in presa. Senza contare che spesso i nemici possono colpire quando ci troviamo palesemente spostati più in alto o più in basso rispetto a loro, cosa che a noi è ovviamente preclusa.
Tutti questi aspetti incidono solo parzialmente sul divertimento che il gioco sa donare ma creano sensazioni di fastidio e sconforto che potevano benissimo essere evitate con un pò più di attenzione.
Giudizio: C
Longevità
Il gioco si compone di cinque livelli discretamente lunghi e, visto il materiale offerto in termini di giocabilità e game design, la durata dell’esperienza sembra calibrata correttamente.
Il problema sorge però con l’eccessiva difficoltà che il titolo mette in mostra fin dalle prime battute, dovuta in parte ai problemi già descritti nel paragrafo dedicato alla giocabilità e in parte all’eccessiva quantità di energia che alcuni attacchi nemici portano via; caldamente consigliato l’abbassamento del livello quantomeno a easy.
La possibilità di multiplayer collaborativo fino a tre giocatori e la presenza di due finali diversi sono tuttavia uno stimolo determinante alla rigiocabilità del prodotto, senza considerare che, in definitiva, il titolo ha abbastanza caratteristiche originali da essere piacevolmente ripreso di tanto in tanto.
Giudizio: C
Conclusioni
Irem riscatta la deludente prova fornita con Blade Master sfornando un picchiaduro che diverte ma che non convince fino in fondo. Purtroppo la software house, nonostante gli evidenti sforzi profusi nella realizzazione del programma e il buon valore di produzione complessivo dell’opera, paga ancora la mancanza di esperienza in un genere che molte altre case sperimentavano ormai da anni. Tuttavia questo si nota ormai solo negli aspetti strettamente legati alla giocabilità, mentre la maturità qui dimostrata nello sviluppo del game design non ha nulla da invidiare a prodotti ben più blasonati.
Sicuramente da provare.
Giudizio finale: C
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