Prove per le espressioni del protagonista senza nome #1 #2 #3 Clicca sul numero della pagina desiderata per vedere la tavola a schermo intero! Il mio amico Enrico è praticamente nato per caso. All'inizio del 1999 si svolse la prima edizione del concorso "Ivan Graziani & Andrea Pazienza" (ora Andrea Pazienza & Pino Zac) e, dato che non avevo mai partecipato ad un concorso di fumetti, tranne nel 1989-90 con Un albero, una casa, decisi di iscrivermi. Il problema era solo l'argomento: il viaggio. Non essendo mai stato un gran viaggiatore non si trattava di un tema che mi andava molto a genio, e la difficoltà maggiore era rappresentata soprattutto dalla lunghezza massima consentita della storia: due tavole. Con tutta la buona volontà non sono riuscito a rimanere entro questo limite e ho "sforato" di mezza tavola, constringendomi inoltre a ripiegare su un orribile finale tranciando di netto la narrazione. Non so come mi sia venuto in mente di fare una storia su Enrico, dato che all'epoca non lo vedevo né sentivo da quasi due anni, fatto sta che scelsi lui. Chiariamo subito una cosa, che mi è stata chiesta da tutti coloro che hanno già letto la storia: l'Enrico protagonista esiste realmente e il suo atteggiamento è qui riprodotto abbastanza fedelmente. Dico "abbastanza" perché l'originale è molto più volgare, disarmante quasi nella sua trivialità; eppure l'ho frequentato per anni, fino all'inizio del 1997, nonostante la sua perenne sigaretta mi asfissiasse e il suo continuo attaccare bottone con ragazze sconosciute, anche urlando loro dalla macchina in corsa, mi lasciasse un po' perplesso. Una sagoma, insomma. Altra cosa che vorrei chiarire è che l'altro protagonista non sono io. L'ho lasciato volutamente senza nome, mi piaceva l'idea di fare una storia dove il protagonista principale non ne avesse alcuno (cosa che ho fatto anche nell'unico racconto da me scritto, T'amo, o Tamagotchi). In realtà, non ho mai frequentato Enrico - a proposito, l'originale si chiama proprio così! - assiduamente, tranne la fine del 1996 e l'inizio del 1997, quando per un periodo abbiamo suonato insieme nella stessa band, Tampax Fighters prima e Cammelli Mutanti poi. Non mi è mai passato per la mente, quindi, di fare un viaggio insieme a lui, e inoltre non ho mai fatto l'InterRail, sebbene mi sarebbe piaciuto farlo... Il fatto che la versione finale di questo fumetto in realtà era una semplice bozza è testimoniato dal fatto che, oltre alla scritta che campeggia alla destra del titolo, all'inizio i personaggi erano davvero solo abbozzati, e le mani, tanto per fare un esempio, erano dei semplici cerchi. Quando poi mi sono reso conto che non avrei mai avuto il tempo di ridisegnare tutto (in pratica dopo le prime vignette), ho provveduto in extremis correggendo le mani e aggiungendo le dita e neanche in tutti i casi. Anche il lettering è pessimo, infatti i testi sono scritti piuttosto velocemente, come avete potutto vedere in Creamy. Da una necessità estemporanea è nato poi uno stile che ho conservato nel tempo, che io chiamo "fumetto minimalista", e si è involuto ulteriormente con E.. Il mio amico Enrico ha anche inaugurato il mio vezzo di segnare su ogni tavola i giorni impiegati per realizzarli. Il problema maggiore si è presentato, a livello di soggetto, nelle battute finali: il tempo stringeva e non avevo idea di come far finire la storia! Mi sono trovato costretto quindi a lasciare le cose così com'erano e far finire tutto lì su due piedi. Alla fine non ero per niente soddisfatto del risultato; sono ben cosciente che la storia è esile soprattutto alla fine, ma come ho già scritto, i limiti imposti mi hanno tagliato le gambe... Presidente della commissione esaminatrice del concorso era, nientemeno, Tanino Liberatore, che se non lo conoscete vi basti sapere che ha curato il videogioco de Il Quinto Elemento e i costumi di Astérix e Obélix contro Cleopatra (o come accidenti si chiama!...); uno insomma, come si dice in gergo, coi controcazzi (!). Ho saputo che, leggendo Enrico, il suo commento è stato "Ma quanto cazzo scrive piccolo questo qui!". Posso quindi vantarmi di non essere stato stroncato da Liberatore, evviva! Mi piacerebbe, prima o poi, ridisegnare la storia allungandola e aggiungendo tutta la parte che avrei voluto e non ho potuto inserire, chissà che prima o poi non lo faccia. E mi sono potuto sfogare, raccontando tutto quello che volevo, solo tre anni dopo con la seconda puntata, con una lunghezza a me più congeniale, arrivando alla bellezza di 17 tavole. © 1999-2003 Vasco Serafini. Tutti i diritti riservati. |